Kaká è come la Costa Concordia, "Maracanà" promette di essere un flop molto chic E’ vero, il Crystal Palace non è il Liverpool, ma la vittoria del Manchester United contro i neopromossi Vetrai (questo l’antico soprannome dell’ennesima società di Londra approdata in Premier League) dà a Moyes un po’ più di sicurezza, anche perché arrivata in casa e sotto gli occhi attenti e furbi del grande ex, Alex Ferguson. Moyes, che quest’estate si è mosso sul mercato peggio di Galliani, è rimasto con Rooney in squadra dopo averlo scaricato a parole qualche settimana fa, definendolo riserva di Van Persie. Jack O'Malley 17 SET 2013
Il ritorno di Kaká al Milan è più triste della sconfitta in coppa di Mou Arrivare dopo i migliori è difficile, e l’addio di Ferguson alla panchina del Manchester United è più doloroso del previsto: la squadra con cui il manager scozzese ha scritto la storia del calcio per ora è una compagine forte ma normale: la sconfitta per 1-0 a Liverpool non è scandalosa, ma l’inizio troppo soft della squadra di Moyes ci racconta di una tradizione di vittorie che difficilmente verrà rispettata subito. Forse Ferguson dovrebbe farsi vedere di più, e smetterla di vagare con lo sguardo assente vicino al campo di allenamento chiedendosi: “Perché mi sono fatto scappare Pogba?”. Jack O'Malley 03 SET 2013
Mou in Blues Di questo passo i tifosi di calcio diventeranno vecchie signore impellicciate Ammetto che mi ci sono voluti quasi due mesi per riprendermi dallo spettacolo osceno della Confederations Cup di fine giugno. Quando ricomincia la Premier?, mi chiedevo durante le vacanze sulle scogliere di Dover, gli occhi ai Mondiali di atletica e l’orecchio al calciomercato. L’unica vera gioia però mi è arrivata dal Grande Ritorno: Mourinho sulla panchina della squadra che ha vinto Europa e Champions League senza di lui, ma dove i tifosi lo amano incondizionatamente, il Chelsea. Jack O'Malley 27 AGO 2013
Darwin sbanda in curva Eric Simons è attratto dai fenomeni curiosi del mondo naturale, tipo il sistema di comunicazione dei delfini, la vita sessuale dei coralli e altre cose imprescindibili che finiscono rubricate di rigore nel genere “forse non tutti sanno che”. Ha scritto un libro sulle esplorazioni di Charles Darwin, viaggi avventurosi che assomigliano a quelli che il giovane divulgatore americano intraprende in solitaria per esercitare l’occhio da naturalista ottocentesco e produce podcast a raffica su ambiente e dintorni. Jack O'Malley 29 GIU 2013
That win the best Dubbio: è peggio la Confederation Cup o chi la prende sul serio? Quando me ne hanno parlato, confesso di avere chiesto di ripeterne bene il nome: “Confede… what?”. In quanto inglese patisco da troppo tempo l’arrivo dell’estate: la pioggia si fa meno grigia a Londra, ma soprattutto ogni due anni la mia Nazionale – quando va bene – si gioca i mondiali o gli europei. E ogni volta è una tragedia. La palla è rotonda, mi ripeto immedesimandomi in un telecronista di Rai Sport, prima o poi vinceremo qualcosa. Nonostante le sofferenze che mi procura a livello di Nazionale, però, continuo a pensare che il calcio sia una cosa tremendamente seria (fatta eccezione per il Barcellona, la Fifa e certe dichiarazioni di Platini). Jack O'Malley 18 GIU 2013
Mourinho in Premier League si sente come Bersani alla bocciofila, a casa E’ stato come tornare a casa dopo tanto tempo. Un lungo viaggio, o un lavoro importante che lo ha tenuto lontano per qualche anno. Per noi, che lo abbiamo aspettato nel nostro salotto, la teiera ancora calda sul tavolino, è stato come riabbracciare un amico. Anche i migliori hanno bisogno di tornare tra le mura domestiche per ritrovarsi, e Mourinho non ha fatto eccezione. Più calmo, più saggio, più grigio, meno incazzato e meno speciale. “Felice”, ha detto il Filosofo di Setúbal, come se fosse un giocatore brasiliano. Perché, ci dispiace per gli interisti, la Serie A, i portoghesi e persino gli spagnoli, Mourinho è a casa in Premier League. Jack O'Malley 12 GIU 2013
Contro i circensi spagnoli che vogliono bucare il pallone a Gibilterra Gibilterra, quel paradiso britannico ai margini dell’inferno iberico ha una delle federcalcio più antiche del mondo, e chiede semplicemente di essere riconosciuta e partecipare, con le sue squadre dopolavoristiche, ai tornei dell’Uefa. La Spagna però, che di politica estera ha smesso di capirci qualcosa dal 1600, si oppone. La Spagna minaccia addirittura di ritirare il Barcellona e il Real Madrid dalle competizioni europee. Uh, che paura. La Champions League diventerebbe un salone del libro senza Saviano, un festival di Sanremo senza Celentano, un’aula di tribunale senza la Boccassini, praticamente un sogno. Jack O'Malley 24 MAG 2013
E adesso? E adesso? La fine dei campionati di calcio cala sulle nostre vite come un rigore inesistente fischiato al più forte: sai già che prima o poi arriverà, ma ogni volta fa male. L’idea di passare i prossimi tre mesi a leggere gli scoop sul calciomercato è più angosciante di un comizio di Vito Crimi, ma tolta la pagliacciata della Confederation Cup a giugno e, tra qualche giorno, la finale di coppa di Germania con il nome cambiato, è il destino che ci aspetta. In Inghilterra abbiamo celebrato Ferguson per due settimane, roba che manco la Thatcher, e lui ci ha regalato un addio pirotecnico e inquietante contro il West Bromwich Albion, finendo per pareggiare 5-5 una partita che il Manchester United conduceva 5-2. Jack O'Malley 21 MAG 2013
Zola ci ricorda quanto è bello il calcio, per Mancini è tutta colpa degli altri Neppure il programma automatico che a Repubblica.it usano per scrivere gli articoli di calcio (non ditemi che c’è una persona vera dietro a un pezzo che nelle prime 15 righe contiene 10 frasi fatte, da “luci e ombre” a “ciclo al capolinea” fino a “goccia che farà traboccare il vaso”) potrebbe raccontare quello che si è visto domenica sul campo del Watford di Giampaolo Pozzo e Gianfranco Zola. Semifinale di playoff, agli ospiti del Leicester viene concesso un rigore al 96°. Con un gol andrebbero in finale a Wembley a giocarsi la promozione in Premier. Jack O'Malley 14 MAG 2013
L'addio di Ferguson ci ricorda che non c’è posto per due papi tra le mura del calcio Non mi sono bastati né il brandy né il cinismo, ieri mattina, per assorbire la notizia calcistica del giorno, e forse degli ultimi trent’anni, l’addio di Sir Alex Ferguson alla panchina del Manchester United. Roba che qui in Inghilterra ha subito ridimensionato quella storia delle dimissioni del Papa. Dopo ventisette anni passati a vincere qualsiasi cosa, il più grande allenatore di calcio vivente smette di allenare e farà il dirigente, una specie di secondo pontefice fra le mura leonine del calcio. Riassumere l’epica dello United da quando nel 1986 lo scozzese con il chewing-gum si è seduto all’Old Trafford sarebbe come trasferire tutta l’acqua del mare in una buca sulla spiaggia o dissetare il sottoscritto con una birra piccola, per cui non lo farò. Jack O'Malley 09 MAG 2013